Scuola dell’infanzia G. Rodari

Cosa fa

Per molti anni ci si è avvalsi del supporto del pedagogista dott. Caggio, insieme al quale è stata delineata la base dell’identità pedagogica della scuola. Attraverso un impegno sistematico si è tentato di costruire uno stile educativo didattico condiviso, che ha dato coerenza e significato al fare scuola quotidiano. L’intervento del pedagogista ha previsto, per anni, una consulenza in presenza all’interno di ogni sezione – per riflettere sull’andamento del gruppo e del progetto in atto – ed una esterna finalizzata ad elaborare linee guida comuni tra le docenti. E’ stato inoltre stilato un lessico condiviso, aggiornato recentemente da un gruppo di lavoro di Istituto.

Dal 2018 ad oggi, concluso il percorso di supporto con il pedagogista, le docenti hanno svolto ulteriore e costante formazione, finalizzata ad un’evoluzione coerente con le linee stilate e seguite in precedenza.

A questa ricerca, che ha toccato differenti ambiti formativi (innovazione didattica e metodologica, organizzazione funzionale degli spazi interni, didattica all’aperto, utilizzo del materiale destrutturato, documentazione, utilizzo delle nuove tecnologie etc.), si è poi aggiunto un percorso di auto-formazione svolto nell’a.s. 2020-21.

Il percorso di ricerca e formazione prosegue, al fine di offrire maggiori opportunità e migliorare le strategie messe in atto sino ad ora.

Alcuni aspetti fondanti che guidano l’agire della nostra scuola dell’Infanzia:

attività svolte in sezione, avendo cura, soprattutto a 3 anni, di creare un gruppo coeso (si rafforzano atteggiamenti cooperativi e collaborativi);
attività individuali;
attività in piccolo gruppo;
attività in grande gruppo ;
attività in intersezione di parallele o di plesso (ad es. progetto di Ed. civica, progetto Orto ecc.);
sperimentazione di nuove metodologie volte a rispondere in modo mirato ai differenti bisogni e livelli di apprendimento di ciascuno. Non si ricerca un metodo da seguire in modo rigido, ma differenti strategie e adatte alla realtà di sezione e di plesso;
scoprire altro e altrove e metterlo in campo;
non viene creata una programmazione a priori, ma una progettazione in itinere, in costante e continua evoluzione (si parte dal bambino e non dall’adulto);
l’input della progettazione è l’osservazione del gruppo sezione e la sua rilettura attraverso l’analisi della situazione iniziale;
può nascere un percorso unico da sviluppare durante tutto l’anno, in cui però convergano tanti altri piccoli progetti. Oppure possono nascere tanti piccoli percorsi, apparentemente sconnessi, ma uniti da un filo logico “di senso”;
uscite sul territorio e partecipazione ad eventi e concorsi (es. Io leggo perché, mostre in città ecc.);
“Dare tempo non è perdere tempo”;
importanza al processo e non al prodotto (no a lavoretti tutti uguali. Ognuno è stimolato ad esprimere le proprie idee e la propria creatività);
l’offerta formativa è ampliata grazie a progetti gestiti da esperti esterni e da progetti gestiti dalle docenti interne;
lavoro in equipe per la strutturazione dei progetti (vengono messe in comune le diverse competenze dei docenti) coesione di intenti tra le insegnanti di sezione e inclusione;
collaborazione e libertà di espressione nelle intersezioni.